Non solo down
La sindrome di Down e le disabilità intellettive
Ci adattiamo ai cambiamenti e ai bisogni delle persone: non importa quale sia la diagnosi, il nostro obiettivo è sempre lo stesso - offrire un supporto concreto e migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità intellettiva.
Inizialmente, la Fondazione Down FVG si è dedicata esclusivamente ai giovani adulti con sindrome di Down. Oggi, il nostro impegno si è ampliato: ci occupiamo di giovani adulti e anziani con sindrome di Down e con altre disabilità intellettive.
È un dato di fatto, grazie ai moderni test che identificano l'anomalia genetica nei primi mesi di gravidanza, in futuro potrebbero nascere sempre meno persone con sindrome di Down. Allo stesso tempo stiamo assistendo, grazie a strumenti diagnostici sempre più avanzati, ad un aumento di diagnosi di disturbi del neurosviluppo di tipo "misto", come la combinazione tra disabilità intellettiva e disturbi dello spettro autistico.
Queste persone, spesso più vulnerabili, sono anche più esposte a disturbi psicopatologici, e diventa fondamentale approfondire la conoscenza e il trattamento di tutte queste condizioni. La nostra missione si evolve per rispondere a questa complessità.
Fondazione Down FVG continua a crescere e a adattarsi, sempre al fianco di chi ha bisogno.
Conosciamo meglio la Sindrome di Down





La sindrome di Down è una condizione genetica caratterizzata dalla presenza di un cromosoma in più nelle cellule di chi ne è portatore: invece di 46 cromosomi nel nucleo di ogni cellula ne sono presenti 47, vi è cioè un cromosoma in più nella coppia identificata con il numero 21; da qui anche il termine Trisomia 21.
Genetico non vuol dire ereditario, infatti nel 98% dei casi la sindrome di Down non è ereditaria. La conseguenza di questa alterazione cromosomica è una forma di disabilità caratterizzata da un variabile grado di ritardo nello sviluppo mentale, fisico e motorio.
Il nome Down viene dal nome del dott. Langdon Down, che per primo nel 1866 riconobbe questa sindrome (sindrome significa insieme di aspetti) e ne identificò le principali caratteristiche.
Non conosciamo ancora le cause che determinano le anomalie cromosomiche.
Sappiamo però che:
1. le anomalie cromosomiche, soprattutto le trisomie, sono un evento abbastanza frequente che interessa circa il 9% di tutti i concepimenti (alla nascita però solo lo
0,6% dei nati presenta un'anomalia cromosomica a causa dell'elevatissima quota di embrioni che va incontro ad un aborto spontaneo);
2. l'incidenza della Trisomia 21 è assolutamente costante nelle diverse popolazioni e si è mantenuta costante nel tempo;
3. tutte le possibili ipotesi eziologiche fino ad oggi formulate (agenti chimici, radiazioni ionizzanti, infezioni virali, alterazioni metaboliche o endocrine materne) non sono
state mai avvalorate dalle molte ricerche condotte.
In definitiva si ritiene che l'insorgenza delle anomalie cromosomiche sia un fenomeno "naturale", in qualche modo legato alla fisiologia della riproduzione umana, e anche molto frequente.
Poiché le cause della sindrome di Down sono ancora sconosciute, una prevenzione è oggi impossibile e non c'è alcun esame che permetta di conoscere in anticipo chi potrà avere un figlio con sindrome di Down e chi no.
Indagini epidemiologiche hanno comunque messo in evidenza che l'incidenza aumenta con l'aumentare dell'età della madre:
Età materna | Incidenza |
---|---|
inferiore a 30 anni | 1 su 500 |
30 – 34 anni | 1 su 580 |
35 – 39 anni | 1 su 280 |
40 – 44 anni | 1 su 70 |
oltre 45 anni | 1 su 38 |
Avere già avuto un figlio con la sindrome di Down è un altro fattore di rischio.
Fino a pochi anni fa trisomia 21 poteva essere diagnosticata prima della nascita con l'amniocentesi (prelievo di liquido amniotico mediante ago sottile trans-addominale guidato dall'ecografia) tra la 16ª e la 18ª settimana.
Recentemente invece è stato introdotto un nuovo test (NIPT Non-Invasive Prenatal Testing) che consiste nel valutare la quantità di DNA libero circolante nel sangue materno, sempre presente e rilevabile attraverso un prelievo di sangue della madre a partire dalla 10ª settimana di gestazione.
Il DNA libero nel sangue materno per il 90% proviene dalla morte di cellule della madre e per il 10% da quelle del prodotto del concepimento.
In presenza di una trisomia la frazione di DNA fetale aumenta in minima quantità, passando dal 10% fino ad un massimo del 15 %.
Il test è in grado di porre la diagnosi di anomalie dei cromosomi 21, 18 e 13, con alta attendibilità.
Conoscere il tipo di trisomia richiede l'esecuzione dell'amniocentesi.
Tuttavia il fatto che il test NIPT abbia una sensibilità del 99% con una pressoché completa assenza di falsi positivi, riduce la necessità di ricorrere a procedure diagnostiche invasive come l'amniocentesi.
Attualmente in Italia 1 bambino su 1200 nasce con questa condizione.
La caratteristica tipica della sindrome di Down consiste fondamentalmente in un generico ritardo sia motorio che intellettivo che è in parte recuperabile con un intervento riabilitativo precoce e sistematico particolarmente riguardante le aree linguistiche, motorie e neuro-intellettive.
La finalità è che la persona possa acquisire competenze ed abilità che le permettano di esprimere al massimo le proprie potenzialità per poter gestire una vita sociale significativa.
È utile pertanto fornire sia ai bambini che ai giovani ed agli adulti tutta una serie di servizi che permettano di integrarsi nel miglior modo possibile nell'ambiente sociale che li circonda.
Possono essere correlate alla sindrome di Down anche specifiche problematiche di ordine clinico, malformativo o disfunzioni (cardiopatie, problemi tiroidei, ecc.) nei confronti delle quali è utile intervenire precocemente e con la stessa solerzia con cui si interviene per tutte le altre persone, seguendo protocolli di controllo standardizzati.
Le persone con sindrome di Down, come ogni individuo, hanno una propria identità e molte possibilità. La maggior parte di loro può raggiungere un buon livello di autonomia personale, sociale e relazionale, imparando molte delle abilità che la vita di oggi richiede.
Possono fare sport e frequentare gli amici, andare a scuola con tutti gli altri coetanei e raggiungere risultati soddisfacenti. I giovani e gli adulti possono impegnarsi in un lavoro svolgendolo in modo competente e produttivo.
È impossibile avere oggi dei dati statistici sul numero delle persone che lavorano, ma grazie all'impegno degli operatori e delle famiglie ci sono già molte esperienze positive.
Ci sono lavoratori con sindrome di Down in molte professioni semplici ed anche di una certa complessità.
Possono anche arrivare ad avere una vita indipendente dalla famiglia imparando a gestirsi i vari aspetti della vita quotidiana, possono innamorarsi e vivere una vita di coppia.
In sintesi possono fare molte cose e ne possono imparare molte.
Affinché le loro potenzialità diventino realtà occorre però che occorre che tutti imparino a conoscerli e ad avere fiducia nelle loro capacità.
Hai un familiare con disabilità intellettiva?
Siamo qui per te. Che tu abbia bisogno di supporto o semplicemente di maggiori informazioni, chiamaci. Saremo felici di aiutarti!